Mario Piazza
Luzzati con la sua arguzia sorniona e l’intelligenza appuntita scriveva di un suo carissimo amico, Flavio Costantini che era “unico”. Una parola azzeccata e precisa che ne definiva il valore e al tempo stesso l’impossibilità di una catalogazione. Appropriandocene potremmo dire che Luzzati è “unico nella molteplicità”.
Per parlare di Luzzati cartellonista, di grafico e autore di manifesti risulta evidente notare l’unicità di uno stile, di un segno, di una naturalezza al racconto in forma visiva, di una inventiva teatrale, ma chiama in causa necessariamente anche il Luzzati scenografo, illustratore, ceramista, pittore, scultore, artista, teatrante, cantastorie, mago dell’animazione, inventore di scatole magiche.
I manifesti si nutrono di tutto ciò e convivono in quel costante fluire che è l’oralità, il racconto che si trasforma in visione. C’è in tutti una grande libertà, che lascia intatta la necessità informativa del momento (lo spettacolo, la mostra, …) con la consapevolezza che quel foglio rettangolare di carta è un frammento di un’opera composita e più vasta. Una sorta di via lattea, sempre in movimento, sempre luminosa, che non può finire mai. E che nasce dal candore, dalla calma e dal piacere del fare.
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