Casa Luzzati nasce dalla ventennale esperienza del Museo Luzzati a Porta Siberia ed è promossa e sostenuta dal Comune di Genova per diventare il punto di riferimento per la valorizzazione delle collezioni e dell’opera di Emanuele Luzzati in capo alla Lele Luzzati Foundation.
Si propone come centro di produzione culturale con lo scopo di divulgare l'arte e la biografia di Emanuele Luzzati riscoprendo la libertà creativa dei suoi molteplici linguaggi.
Casa Luzzati intende presentare programmi di sperimentazione didattica, attuare una programmazione pluriennale di iniziative e progetti espositivi in partnership con musei e fondazioni nazionali e internazionali e pubblicare monografie sull'opera di Lele Luzzati.
Casa Luzzati rappresenta il fulcro del patrimonio del Maestro che, su esplicita volontà della famiglia e degli eredi Luzzati, viene così donato alla città di Genova e reso fruibile dalla collettività e dal vasto pubblico dei suoi estimatori.
Casa Luzzati sarà fucina di progetti espositivi (circa 20 dossier tematici), di pubblicazioni, di incontri, di presentazioni di libri e di seminari; uno spazio di documento del lavoro di Luzzati ma anche un luogo di apertura ad altre realtà, archivi e artisti mondiali.
Lo spazio costituirà uno sguardo attento alle produzioni internazionali nel cinema d’animazione, dell’illustrazione, del teatro, della grafica, del design urbano e navale e di altri protagonisti della cultura del ‘900, incontrati e non dal Maestro stesso.
Paolo Poli, che ha svolto molte produzioni con Lele Luzzati, ben diceva “il nostro secolo”, riferendosi a tutti quei personaggi e personalità che hanno lasciato una grande eredità alle prossime generazioni.
L'Accademia artigiana della fantasia nasce nel 2006 all’interno del Museo Luzzati a Porta Siberia per volere del Maestro Luzzati che amava concepire lo spazio museale come luogo e occasione di sperimentazione, gioco, incontro e apprendimento.
La proposta metodologica adottava come fondamento le tecniche artistiche sperimentate da Luzzati nelle diverse arti in cui si è cimentato nel corso della sua carriera artistica traducendole in occasioni di esperienza attraverso proposte di attività laboratoriali. Dal 2001 l’area didattica si è impegnata a fare del Museo un luogo dove l’arte ha incontrato la formazione. Non solo per la scuola coinvolgendo attraverso programmi specifici, pubblici diversi: dagli insegnanti alle famiglie, dagli studenti universitari alle associazioni al mondo della disabilità, ogni anno il museo raggiungeva 13.000 utenti all’interno dei propri spazi e in attività svolte in esterno.
Il Cantiere delle Arti intende raccogliere e valorizzare quell’esperienza proiettandola nel futuro con nuovi nuovi progetti e opportunità di crescita. In quest’ottica l’Area educazione ha elaborato progetti e attività che comprendono: itinerari e lezioni di approfondimento in relazione alle mostre e alle collezioni della Lele Foundation, a laboratori di sperimentazione di tecniche e linguaggi artistici rivolte alle scuole, workshop d’artista, laboratori ludicocreativi che propongono una partecipazione attiva dei bambini e dei loro famigliari alla vita di Casa Luzzati, attraverso esperienze coinvolgenti in grado di stimolare la manualità, la creatività e di produrre conoscenza.
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Luzzati e Gianini si sono affermati come la coppia d’oro del cinema d’animazione italiano. Accomunati dalle medesime passioni, la loro genialità si è messa al servizio di un fortunato sodalizio che ha generato una serie di opere dalle immagini estremamente divertenti e di una bellezza eccezionale, due delle quali hanno ottenuto la nomination agli Oscar come Miglior Cortometraggio d’Animazione: La gazza ladra (1966) e Pulcinella (1974).
Le loro personalità, diverse ma complementari, erano unite da una grande sintonia: la divisione dei compiti fu chiarissima fin dagli esordi. Soggetto, sceneggiatura e regia erano opera comune; dopo di che, l’uno realizzava una stupenda e coloratissima tavolozza a cui l’altro dava vita, fondendo i loro due talenti in una rara alchimia.
Tutti gli aspetti tecnici, come sviluppo e stampa delle pellicole, montaggio e sincronizzazione delle colonne, erano affidati a Gianini, coadiuvato da un impareggiabile orecchio musicale.
I due autori avevano cominciato a realizzare che quello che era iniziato come un gioco affascinante, si stava trasformando in un vero e proprio nuovo mestiere per entrambi.
Nacque così il loro primo studio, in Via Nicotera 26, nel quartiere romano di Prati. Un grande e arioso stanzone affacciato su un piccolo giardino, dove si trovava il banco d’animazione (o macchina verticale) e i tavoli da disegno, con annessa una stanza più piccola che ospitava la moviola e altri macchinari.
Il banco d’animazione era stato costruito da Gianini stesso trasformando e adattando la cinepresa Debrie 35mm in una macchina in verticale sul banco di animazione, dotato a sua volta di due piani di ripresa: il primo, formato da una lastra di cristallo, montato su una struttura di ferro, era per i personaggi; mentre l’altro serviva per la scenografia ed era montato a distanza in modo da ottenere un effetto di profondità di campo.
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